XI EDIZIONE

Thessaloniki, 26 – 29 Aprile 2007

XI PREMIO EUROPA PER IL TEATRO

Questa XI edizione del Premio Europa per il Teatro ha luogo in Grecia, a Salonicco.
Ritrovarci e incontrarci a Salonicco, insieme all’inevitabile richiamo suscitato da una terra legata alle origini stesse del teatro, a noi ricorda anche gli inizi del Premio Europa e la funzione di cerniera culturale tra il nord e il sud dell’Europa che si è deciso di dargli sin dalla nascita. Il Premio è ospitato dal Teatro Nazionale della Grecia del Nord e finanziato del Ministero greco della Cultura.
La Giuria del Premio ha deciso all’unanimità di assegnare il Premio Europa per il Teatro XI edizione, per la prima volta ex aequo, a Robert Lepage e a Peter Zadek.
Robert Lepage, regista del Quebec, benché non europeo, esercita una influenza notevole sul teatro del vecchio continente, contribuendo a rinnovarne il linguaggio lavorando prevalentemente con attori europei e un repertorio, delle sensibilità e un régard che possono dirsi europei. Premiando ex aequo Peter Zadek si è voluto riconoscere il lavoro di un artista che, nella sua lunga carriera, iniziata in Inghilterra e proseguita per oltre quaranta anni in Germania, ha innovato l’arte della regia teatrale sia lavorando direttamente sui testi con i suoi attori prediletti, sia attraverso un uso “concettuale” della regia.

A Robert Lepage saranno dedicati un convegno e un incontro, seguiti dalla presentazione di alcuni estratti da spettacoli che il regista ha in allestimento. Anche il lavoro teatrale di Peter Zadek sarà al centro di un convegno e di un incontro. Zadek proporrà successivamente uno spettacolo: Peer Gynt di Henrik Ibsen realizzato con il Berliner Ensemble e con l’attrice simbolo del teatro tedesco, Angela Winkler.
Il IX Premio Europa Realtà Teatrali è stato assegnato a Alvis Hermanis e Biljana Srbljanovic.
Alvis Hermanis, attore, autore e scenografo dei propri spettacoli, che raramente nascono da opere teatrali e si ispirano piuttosto alla vita quotidiana.  Il pubblico e i partecipanti al Premio Europa potranno apprezzare il teatro di Hermanis attraverso una conferenza, un incontro, le prove aperte di un nuovo spettacolo in allestimento e due spettacoli: Long Life, affidato alla compagnia lettone New Riga Théâtre e Väter il suo ultimo spettacolo con lo Schauspielhaus di Zurigo.
L’ironia e il pessimismo di Bjliana Srbljanovic, in realtà veicolano, provocatoriamente, un preciso impegno per affermare, partendo dalla Serbia, valori importanti per l’Europa di domani: la libertà, la democrazia, il rispetto delle diversità. Per conoscere e incontrare questa giovane drammaturga serba, sono previsti una conferenza, un incontro, alcune letture da sue opere e dal suo ultimo testo inedito, lo spettacolo Locusts con lo Jugoslovensko Dramsko Pozorište.
Completano le attività della manifestazione: l’Assemblea Generale de l’Union des Théâtres de l’Europe, l’Assemblea Generale della Convention Théâtrale Européenne, La riunione del Comitato Esecutivo dell’Association Internationale des Critiques de Théâtre, la riunione dell’Instituto Internacional del Teatro del Mediterraneo e l’Assemblea straordinaria della Union des Critiques Hellènes de Théâtre et de Musique.

Robert Lepage

Motivazione

Autore, regista, attore al di là e al di sopra delle. barriere nazionali e linguistiche, come si addice a. radici europee di un abitante del Quebec, Robert. Lepage che è anche regista e attore visivo in generale, è. un autentico inventore di nuove forme di teatro e uno. personalità di primo piano per il periodo a cavallo. il recente cambiamento di millennio. In grado di conciliare i secoli. in opere che superano non solo gli ostacoli. geografici ma anche i confini della morte,. come Tectonic Plates, che lo rivela nella seconda metà. anni ’80 in due continenti con una trilogia che in. coinvolge un terzo, interessandosi ad una comunità di. cinesi immigrati in Canada. Questo è solo il primo dei suoi. spettacoli-fiumi creati in fasi successive che variano a. man mano che le letture si affinano, dove il naturalismo e. i simbolici si incontrano, per raggiungere un picco in. I sette rami del fiume Ota, un’opera ha raggiunto una. durata di sette ore e mezzo nel 1997 dopo quattro anni. di rappresentazioni. Ma Lepage è anche un interprete sottile dei classici, a partire da Shakespeare, aggiornato forse come in un Coriolan situato durante una campagna presidenziale americana. E interpreta se stesso Amleto in Elsineur, uno di quei formidabili one-man-show di estrema raffinatezza tecnologica in cui a volte recita il proprio ruolo ma anche quello dei grandi artisti del passato, del Leonardo da Vinci a Cocteau e Miles Davis in Les aiguilles e l’oppio, divertendosi e divertendo con spettacolari cambiamenti di ruolo, come nel recente The Andersen Project, un esempio di come è possibile creare un genere teatrale attraverso la sovrapposizione di diversi generi molto diversi con una ricostruzione del passato in cui l’artista ci presenta un’ipotesi di teatro del futuro.

Peter Zadek

Motivazione

Peter Zadek realizza la sua prima messa in scena – Salomé di Oscar Wilde – all’età di 21 anni, nel 1947. Seduzione e distruzione evocano qui temi, e se li comprendiamo come la seduzione di un’altra visione del teatro e del mondo e come la distruzione di ciò in cui crediamo (a torto) troppo sicuri, questi temi si riflettono fino ad oggi in innumerevoli spettacoli teatrali firmati Zadek.
La sua famiglia lasciò Berlino nel 1933, fuggendo dai nazisti, e emigrò a Londra. Il giovane Peter ricevette negli anni della guerra una formazione di insegnante. Chiamato a inculcare le certezze della vita borghese, cerca però il teatro, e scopre – l’incertezza, lo sconvolgente, il disastroso – la vita. Il lavoro di Zadek, la scelta dei pezzi, lo studio dei personaggi, l’esplorazione della forma scenica saranno passione, ossessione, immersione totale nella vita – e nel mondo del teatro.
Dal 1958, Peter Zadek lavora principalmente in Germania. Due ostaggi di Brendan Behan nel 1961 a Ulm, Il risveglio di primavera di Wedekind nel 1965 a Brema, La coppa d’argento di Sean O’Casey con Tankred Dorst a Wuppertal e, nel 1970, a Stoccarda – nelle piccole come nelle grandi città, queste rappresentazioni diventeranno dei segni del teatro del dopoguerra.
Direttore generale del teatro di Bochum, Zadek inventa con Fallada e Tankred Dorst una nuova forma di teatro popolare – commovente, di un comico toccante, mostruoso. Con questi lavori, fa saltare in un colpo solo il teatro politico degli anni 1960, diventato troppo didattico, e lascia la sensualità e il glamour riapparire sulla scena.
Lavora intelligentemente, ossessionato dagli attori, e minuziosamente, come è consuetudine nel teatro tedesco, ma allo stesso tempo possiede un dono inestirpabile per l’intrattenimento, l’istinto infallibile del tragicomico, un fantastico senso del ritmo. E così è ancora oggi.
Con Shakespeare, Chekhov, Ibsen, rintraccia i pensieri e i sentimenti degli esseri umani. Ciò che, al momento, era ancora un personaggio sulla carta respira la vita, vi puzza, è vulnerabile, violento e reclama una forma che GLI SIA PROPRIA. Che non ci sia uno «stile Zadek» è la conseguenza logica di ciò che occorre per infrangere il quadro delle convenzioni: una necessità.
È stato attaccato il suo Otello messo in scena nel 1976 ad Amburgo, accusato di provocazione razzista, si è invettivato contro le sue rappresentazioni a Brema negli anni ’60, chiamandole scandalose, alcuni hanno definito la sua Lulu pornografia, è stato criticato lo stile teatro di varietà di alcuni spettacoli negli anni 1970 e all’inizio degli anni 1990 – o è stato amato tutto questo dal profondo del cuore.
Come si ama la vita, l’aria che si respira, liberarsi dalle apparenti certezze. Come sulla scena politica, la vita, l’umanità hanno alzato la voce – con la caduta dei sistemi, con il cambiamento in Europa negli ultimi decenni. Ma non c’è la certezza di un futuro luminoso. L’incertezza è il tema del tempo presente, e rimane il tema del teatro di Peter Zadek. Possiamo certamente avere una sola certezza, la certezza che l’uomo è sconcertante e insondabile.
Ed è proprio questo sconcertante, questo insondabile che Zadek cerca sempre e sempre con i suoi ammirabili attori. Zadek è stato definito provocatore, disturbatore, corruttore, ma è un grande custode della vita, della passione, dell’amore, dell’anima – e in questo è un degno vincitore, e più ancora, del Premio Europa per il Teatro.

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