X PREMIO EUROPA PER IL TEATRO
Per la X edizione, dal 8 al 12 marzo 2006, il Premio Europa per il Teatro si trasferisce a Torino.
Le sue attività, ospitate dal Teatro Stabile nella suggestiva cornice del Teatro Carignano e del Teatro Gobetti, sono state inserite in un programma speciale per la cultura ideato in occasione delle Olimpiadi invernali.
L’assegnazione del Premio Europa per il Teatro ad Harold Pinter non ha solo celebrato uno dei maggiori autori del secolo, ha voluto anche indicare una strada che torna ad essere rilevante nella vita teatrale e civile in diverse parti del mondo, come emerso dal convegno e dall’indimenticabile incontro-intervista curato da Michael Billington, critico di The Guardian e biografo ufficiale del drammaturgo. L’omaggio a Pinter è stato completato dalla rappresentazione di The new world order e da Pinter Plays, Poetry & Prose.
L’ottavo Premio Europa Realtà Teatrali è stato assegnato a Josef Nadj e a Oskaras Korsunovas, che hanno proposto spettacoli di notevole impatto e a cui sono stati dedicati degli incontri.
Tra gli incontri uno ha visto protagonista anche Lev Dodin (VIII Premio Europa per il Teatro) in occasione della presentazione del volume bilingue edito dal Premio Europa che raccoglie gli atti dell’VIII edizione del Premio.
La sezione Ritorni, dedicata a Luca Ronconi (VI Premio Europa per il Teatro), ha offerto un incontro con il regista e tre dei cinque spettacoli ronconiani creati a Torino in occasione delle Olimpiadi invernali.
Inoltre, nel 2006 il Premio Europa per il Teatro ha spostato parte delle sue attività in Polonia: la città di Varsavia ha ospitato da ottobre a novembre, nell’ambito del festival Teatralnych Spotkania, un vasto programma della sezione Ritorni del Premio.
Harold Pinter
Motivazione
Harold Pinter debutta come attore nel 1951. Nel 2005 vince il Premio Nobel per la Letteratura. In questo mezzo secolo ha ricoperto svariati ruoli: drammaturgo, scenografo, regista, poeta ed attore. Ma il suo maggiore merito consiste nella riscrittura delle regole del dramma. La sua poesia nasce dal parlare quotidiano, con le sue pause, le sue esitazioni e le ripetizioni. Egli esplora costantemente in ambito teatrale, come Proust nella narrativa, il potere pervasivo della memoria. In una serie di opere straordinarie, a partire da “La stanza” (1957) fino a “Anniversario” (2000), egli ha demolito l’idea dell’autore onnisciente: invece di manipolare i personaggi verso una determinata conclusione, Pinter presenta i fatti così come appaiono lasciando allo spettatore una piena libertà di interpretazione. Ma, per quanto Pinter sia un vero e proprio poeta teatrale, il suo lavoro e la sua vita si basano sull’impegno morale contro l’ingiustizia. È uno scrittore politico ma non perché sostenitore di una determinata ideologia di partito, quanto per il suo attacco contro lo sfruttamento della dignità umana e del linguaggio da parte di chi governa. Pinter mostra diverse sfaccettature: umorista di Cockney, è anche uno sceneggiatore esperto, un attore di grosso calibro e un inglese amante del cricket. Le opere di Pinter sono rappresentate in tutto il mondo perché toccano un tasto universale. E ciò che tutti vi riconoscono è l’esperienza comune di una vita vissuta nella paura e nell’ansia, alleviata solo temporaneamente dal ricordo di una felicità passata. Pinter parla ad un pubblico universale e alle generazioni non ancora nate; questo fa di lui il destinatario ideale del Premio Europa per il Teatro.
XVIII Premio Europa Realtà Teatrali
Oskaras
Korsunovas
Josef
Nadj
Oskaras Korsunovas
Motivazione
Oskaras Korsunovas appartiene a quella generazione di trentenni che porta un’innegabile innovazione nella regia dell’Europa Centrale e Orientale. Nato e cresciuto a Vilnius, ha appena vent’anni quando cade il muro; da quel momento inizia per il giovane laureato all’Accademia del Teatro e della Musica di Lituania una nuova vita piena di opportunità. Ha l’energia e l’acume dei giovani artisti che si sono formati alla scuola d’arte drammatica detta “dell’Est”, e sviluppa un desiderio di lavoro mosso dall’irrefrenabile bisogno di entrare in contatto con i teatri di tutta Europa. In quindici anni ha moltiplicato gli spettacoli (più di venti) e sin dagli esordi punta il riflettore sulla società di oggi con l’ironia, l’impegno concreto e la lucidità politica che caratterizzano la sua generazione. Gioca volentieri con i classici – con Shakespeare attualizza Romeo e Giulietta in una storia di rivalità tra due famiglie di pizzaioli – ma gli interessa soprattutto rappresentare dei testi contemporanei. Si è prima nutrito delle avanguardie russe, come Daniil Harms e Aleksandr Vvedensky (il primo spettacolo che gli è valso un invito al Festival di Avignone), per poi mostrarsi deliberatamente curioso nei confronti delle scritture contemporanee, come quella del giovane drammaturgo tedesco Marius von Mayenburg. Ha messo su una vera e propria compagnia con attori e compositori, l’O.K.T. al teatro comunale di Vilnius, che ha attirato i giovani talenti del Paese ed è stata invitata dalla maggior parte dei festival internazionali, spesso col sostegno della rete europea Theorem. Riconosciuto ormai dal suo Paese (col Premio Lituano delle Arti e della Cultura) fa parte di coloro che costituisco il rinnovamento del teatro est-europeo.
Josef Nadj
Motivazione
Joseph Nadj è oggi una delle figure centrali, fondatrici del lavoro sul dialogo fra le arti. Si trova a suo agio solo quando riesce a riunirle e a farle segretamente comunicare fra di loro, in un legame sempre complesso sia nei confronti del mondo che dello spirito. In lui non c’è niente di gratuito, ma molta ludicità. Joseph Nadj è originario di Kanisza, in Vojvodina, regione della Serbia in cui vive una grande comunità di origine ungherese, e, come Kantor, anche lui porta in sé il retaggio di un luogo d’origine in cui convivono diversi popoli e lingue. Esperienza che, come sappiamo, può arricchire o tragicamente trasformarsi in conflitto. Nadj si riconosce in questo spazio polimorfo dove, negli ultimi tempi, ama ritornare per lavorare e, a volte, vivere. Non è possibile avvicinarsi alla sua opera senza evocare i suoi luoghi d’origine, infatti il suo primo spettacolo, Canard pékinois (1987), è fortemente segnato dalla sua esperienza biografica. La formazione di Nadj testimonia della pluralità dei suoi interessi; a Budapest infatti rifiuta di scegliere una specializzazione e si muove fra letteratura e teatro, Belle Arti e arti marziali. In lui, territorio e formazione collaborano alla costituzione di un’identità di artista refrattario a un’unica scelta. Deve essere sempre multiplo. E questa caratteristica viene trasmessa ai suoi indimenticabili spettacoli, dove danza e teatro, ma anche pittura e letteratura, formano insieme un nodo in cui ogni forma d’arte si nutre dell’altra. Non sono distinte, ma unite, e si aiutano l’un l’altra. Nella sua opera Nadj manifesta la propria attrazione per testi e artisti che lo arricchiscono, da Artaud a Balthus o Michaux. Riporta alla luce una memoria sotterranea grazie a figure insolite e a dispositivi scenici complessi. È il primo a rinnovare un’arte desueta come il circo: invita gli amici sulla pista e costruisce un universo proprio dove i corpi e le idee si abbracciano. Nadj sa essere un artista che, senza narcisismo, propone un discorso in prima persona. È presente, spesso anche fisicamente, per testimoniare del legame che intrattiene col mondo, nella sua contraddittoria ricchezza, dato che agisce in quanto artista perennemente all’incrocio. A tutti gli incroci. Si vieta di escludere. Osa non scegliere, in modo da non mutilare niente e salvaguardare l’impurità delle origini. Nadj è allo stesso modo ludico e… arcaico.
Ritorni
Luca Ronconi
Georges Banu
Docente Institut d’Etudes Thèâtrales Paris
Presidente onorario Association International des CritiquedeThèâtre
Bernard Faivre d’Arcier
Direttore Festival d’Avignon fino al 2002
Josè Monleon
Direttore Instituto Internationale del Teatro del Mediterraneo
Direttore Primer Acto
Renzo Tian
Docente Università di Roma
Commissario Straordinario Ente Teatrale Italiano fino al 2002
Daniel Benoin
Direttore
Presidente Convenzione Teatrale Europea fino al 2005
Renate Klett
Critico e Direttore di Festival
Tatiana Proskournikova
Segretaria Centro Russo AICT – Critica e storica del Teatro
Joao Carneiro
Critico Expresso
Michael Billington
Critico The Guardian
Soila Lehtonen
Critico Aamulehti
Franco Quadri
Critico La Repubblica
Eli Malka
Direttore Union des Theatres de l’Europe